Il modello più raro dell’iconico scooter è arrivato addirittura a superare i 180 mila euro di valore!
La Vespa è indubbiamente uno dei prodotti di disegno industriale più famosi al mondo, simbolo e orgoglio del design italiano, esposta nei musei di design, arte moderna, scienza & tecnica e trasporti.
Talmente iconica da accompagnare la storia d’Italia attraverso i decenni, in una cavalcata che dura tutt’ora!
Una novità assoluta
Enrico Piaggio, animato dalla voglia di innovazione scelse un progettista che non apparteneva al mondo della motocicletta: l'ingegnere aeronautico Corradino D'Ascanio.
D'Ascanio, che "detestava le motociclette", progettò allora un veicolo con caratteristiche completamente nuove:
- Per non dover scavalcare una moto per sedercisi sopra, inventò la prima moto a scocca portante, priva di struttura tubolare in acciaio e, grazie a questo, priva di tunnel centrale.
- Adottò una sospensione anteriore ispirata a quella dei carrelli per aerei e creò un motore concettualmente derivato dai motori d'avviamento aeronautici.
- Spostò il cambio sul manubrio, ritenendolo molto più pratico da usare.
- Coprì il motore con il telaio per rimediare alle frequenti perdite d'olio che macchiavano i pantaloni
- Aggiunse la ruota di scorta
- Modellò la posizione di guida attorno al disegno di un uomo seduto su una poltrona.
Il debutto nel 1946
Il 23 aprile 1946 la Piaggio & C. S.p.A. deposita - presso l’Ufficio centrale dei brevetti per invenzioni, modelli e marche del Ministero dell’Industria e del commercio di Firenze - il modello di utilità per “motocicletta a complesso razionale di organi ed elementi con telaio combinato con parafanghi e cofano ricoprenti tutta la parte meccanica”.
Era nata la prima Vespa!
Questo primo modello aveva una cilindrata di 98 cm³, motore a due tempi, tre marce, accensione a volano magnete, potenza massima di 3,2 cavalli a 4500 giri al minuto, che consentivano una velocità massima di 60 km/h e il superamento di pendenze del 20%.
La posizione del motore consentiva la trasmissione diretta dal cambio alla ruota posteriore senza catena, che faceva parte della semplicità progettuale che ha in seguito favorito il successo planetario della Vespa.